giovedì 28 dicembre 2006

La morte di Jeko Gblish

Jeko e Horu passeggiavano lungo la riva del fiume Galgash.

J: “ Horu Kazan! Dov’è la montagna?”

H:”…ehm…ancora siamo lontani, mio Garhut.”

J: “ Oh su…Horu, smettila a pronunciar titoli e dimmi dove ci troviamo.”

H:” mio Garhut, siamo nell’altopiano del Fjkransò. Vedete? Davanti a noi abbiamo ancora molto cammino, prima di scorgere la cima della montagna”

J: “ Una volta arrivati ai suoi piedi, quando ci vorremo ad arrivare alla sorgente? E basta con le formalità Kazan!”

H:” A questo non so rispondere, mio Gar…ehm Jeko Gblish.”

J: “ Horu Kazan! Cosa vuol dire che non sai rispondere? Sei stato tu ad accompagnare mio padre alla fonte. Sei l’unico in vita a saper come raccogliere la forza, e mi dici che non sai rispondere!?”

H:” Jeko Gblish, c’è una cosa che devi sapere, ogni uomo che arriva ai piedi del Fjkransò, per arrivare su in cima, dov’è la fonte che dona una grande forza, deve fare da solo.”

J: “ Oh su…Horu.Horu! Che diamine stai blaterando, come farò a trovarla se non so dove si trova? Tu indicasti la strada a mio padre.”

H: “O no, Garhut. Questo è falso. Tuo padre mi lasciò ai piedi del monte e proseguì da solo”

J: “ Dopo quanto tempo riscese?”

H: “ Un mese dopo.”

J: “ Un sol mese? Ahahah…le provviste avanzeranno, dalle tue parole prima della partenza, sembrava che stessimo fuori per anni”

H: “ Si, ricordo. Infatti ci si può perdere per l’eternità se si è stolti”

J: “ Horu Kazan! Dove sono i titoli quanto ti rivolgi al tuo Garhut? Credi che sia uno stolto? Sei sempre una Guardia del Palazzo, ma attento alle offese”

H: ”Ma…mio Garhut, non volevo offenderti”

J: “E il voi, Kazan, oltre i titoli”

H: “ Chiedo il vostro perdono Garhut, ma non volevo offendervi, solo mettervi in guardia”

J: “ Si, si, concesso, in guardia da cosa? Cosa ci può essere ad impedirmi di bere l’acqua miracolosa della fonte? Su, Horu Kazan, spiega!”

H: “Voi, Garhut, non dovrete trovare una fonte sulla cima del Fjkransò, dovrete trovarla dentro di voi.”

J: “ Cosa significa?”

H: “ Accrescerete mille volte la vostra saggezza, la vostra forza, la vostra astuzia, ma solo se Fjkransò troverà virtù in voi.”

J: “ Son pieno di virtù io. Sono figlio di Sderam, nipote di Fuko, Gran Garhut dei Tebieshj. Quale virtù non possiedo, io?”

H: “ Garhut, questi son titoli, non virtù.”

J: “ Kazan, i titoli non si possiedono se non si hanno virtù!”

H: “ Come volete, Garhut. Ma devo ricordarvi che non tutti i vostri avi sono tornati dalla ricerca della fonte.”

J: “ E tu pensi che io creda a queste leggende? I miei avi scomparsi nell’impresa furono traditi, vittime di complotti, si, di complotti delle Guardie del Palazzo.”

H: “ Garhut, quello che dite è solo una vostra idea, le Guardie del Palazzo sono state costituite per difendere il Garhut, e solo a lui rispondono; un Garhut senza le sue Guardie è poca cosa.”

J: “Ma se non dovessi tornare, voi prendereste la reggenza.”

H: “ Solo fino alla maggiore età dell’erede.”


Parlando Horu e Jeko arrivarono ai piedi della grande montagna di Fjkransò.

J: “ E Horu, iniziamo a scalarla.”

H: “ No mio Garhut, dovete trovarla da solo.”

J: “ Va bene Kazan, non vuoi accompagnarmi? Prega che scompaia tra le grotte di Fjkransò, altrimenti al mio ritorno, t’ucciderò, per tradimento”

H: “Son tranquillo, perché sono sempre stato fedele alla vostra famiglia, io e vostro padre abbiamo combattuto battaglie insieme, e quando ci lasciò, mi chiese di tener cura di voi, di farvi diventare un Garhut nobile, forte e saggio. Ma, ahimè, ho fallito, spero di riuscirci con vostro figlio.”

J: ” Kazan hai parlato anche troppo, ti lascio qui per far la guardia ai nostri cavalli, ma quando tornerò, perché io tornerò, t’ucciderò. Mai nessuna Guardia del Palazzo si è rivolto in questo modo ad un Garhut.”

H: ” Vero. Ma perché mai nessun Garhut è stato così accecato di distruzione come voi, per di più senza virtù, solo un’ambizione mossa dal potere di distruggere, nulla più. E ora andate, se le cose stanno come dico io, voi non tornerete, se non morto.”

Il Garhut Jeko s’incamminò verso la cima del Fjkransò, in silenzio, senza una parola verso Horu Kazan.

Passarono due anni, e Jeko ancora non si vedeva.

Una mattina i raggi solari svegliarono Horu, che alzatosi, ebbe una strana impressione: la natura intorno era silenziosa, quando ad un tratto piombò ai suoi piedi il corpo del Garhut Jeko Gblish, trafitto dalla sua stessa spada, e subito dopo un’aquila appoggiò una pergamena sul corpo inanimato di Jeko. E sulla pergamena vi era scritto:

“Lo spirito di Fjkransò ha dovuto uccidere il discendente dei Tebieshj, perché non degno del titolo, non per l’ambizione, quella è cosa buona, ma per la stoltezza del Garhut.
Il Garhut non vedeva la forza e la saggezza del suo popolo, ma solo la sua testa adornata, ed io, da millenni protettore dei Tebieshj, non potevo tener in vita un Garhut così stolto.
Guardia del Palazzo, figlio dei Tebieshj, insegna all'erede le arti per diventar Guardia, prenderà un giorno il tuo posto, il tuo tempo è vicino; e convoca i Quattro Generali delle Guardie, e dividete la reggenza. Finchè nascerà un nuovo condottiero tra i Tebieshj da poter occupare il trono di Garhut. A Voi Guardie il compito di trovarlo.
Attenzione alle insidie da Nord, e guardatevi bene anche tra le mura della città.

Nessuno è degno del trono se prima non sconfiggerà il mio spirito.

Fjkransò

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