sabato 30 dicembre 2006

Il ritorno a Tebieshj di Horu Kazan

Erano passati più di due anni dalla partenza del Garhut e della Guardia, quando dalle torri della porta principale le sentinelle scorsero una figura in lontananza nelle nebbie della pianura del Jiroshu. Quella figura era Horu Kazan. La Guardia che accompagnò l’ultimo Garhut dei Tebieshj nel suo ultimo viaggio. Le sentinelle, appena riconosciuto uno dei Quattro Generali, aprirono la Porta, ed Horu fu accolto dalla gente guidata da altri due Generali delle Guardie, Fenzij Hurumanè ed Alebax Diyrthum. E mentre i due generali affiancavano Horu, e si dirigevano verso il Concilio iniziò una discussione tra i tre Generali, Horu, Fenzij ed Alebax.

F:” Generale della Guardia Horu Kazan, siete stato via molto tempo, e fate ritorno senza un Garhut per i Tebieshj.”

A:” Noi Generali, sappiamo, ma ora appena arrivati al Concilio, dovrai tu, Kazan, parlare al popolo, e il popolo senza Garhut non è docile.”

H:” Oh amici miei, so che sta per iniziare un duro periodo per la nostra gente, ed essa capirà, sarà molto difficile, ma capirà. E una cosa, voi sapete perché sono senza Garhut, ma non sapete ciò che Fjkransò mi ha dato.”

F:” E cosa Kazan? Cosa? Dai Kazan, parla, raramente lo Spirito della montagna lascia messaggi.”

H:” Pazienza Hurumanè, prima al Concilio, e lì dirò tutto, al popolo spiegherò la fine del loro Garhut e leggerò il messaggio di Fjkransò.”

A:” Va bene amico mio! Penso che stia salendo al Concilio anche l’ultimo Generale.”

H: “Si, lo vedo anch’io, il mio vecchio amico Eliaxum Gangashj.”

I tre Generali giunsero sul pavimento marmoreo del Concilio, dove stava già la Guardia Gangashj, seduto sulla seconda poltrona alla sinistra del trono del Garhut, che s’avvicinò a Kazan e lo salutò inchinandosi, un saluto ufficiale, non amichevole. Dopodichè Eliaxum disse ad Horu:
“Avrai sicuramente alcune notizie da riferire a me e al popolo.”

H: “Si Gangashj, ora tutti sentiranno le parole di Fjkransò.”

Con faccia misteriosa Eliaxum Gangashj tornò alla sua poltrona, ed anche Fenzij Hurumanè ed Alebax Diyrthum, il primo alla sinistra del trono, il secondo sulla seconda poltrona a destra del trono del Garhut, lasciando vuoti il trono e la poltrona della Guardia Horu Kazan, il quale dal centro del pavimento bianco del Concilio, iniziò a parlare verso le torri di smeraldo della città dei Tebieshj e le mura dorate piene della curiosità del popolo verso quello che Horu stava per dire. Kazan aspettò il silenzio, intanto Eliaxum Gangashj:” Silenzio! Il Generale della Porta Occidentale ha da riferirci qualcosa. Su, Generale iniziate!”

Il silenzio tra la folla arrivò ed Horu Kazan iniziò a riferire gli eventi del viaggio, quando iniziò a parlare della morte del Garhut, la folla cominciò a brontolare, non credeva alle parole della Guardia, allora questa prese la pergamena consegnatagli da Fjkransò, e la lesse, a fine della lettura mostrò la pergamena, e il popolo non ebbe più perplessità quando vide la scritta dorata di Fjkransò, la grafia dello spirito non poteva essere contraffatta.

Ma il popolo s’agitò, anzi s’impaurì:” A nord? A nord ci sono i draghi, i draghi!!” “ Si! Uccidiamo i draghi, prima che incenerino la nostra città.” “ E dentro noi? Chi sono? i mercanti di spezie? Bandiamoli dalle mura!”
In quegli attimi di delirio pubblico, Fenzij Hurumanè s’alzò dalla sua poltrona e s’avvicinò al centro, vicino ad un perplesso Horu Kazan, e parlò:

“Amici miei, raramente Fjkransò ha lasciato messaggi, e se li ha lasciati perché vi erano seri pericoli per Tebieshj. Quindi ora, calma, è giusto che il popolo abbia saputo, ma lasciate a noi Generali della Guardia del Palazzo il compito di provvedere. Sciogliete l’adunanza pubblica, tornate alle vostre arti ora.”

Il popolo ubbidiente ascoltò gli ordini del Generale e si ritirò, ognuno alla propria mansione, e i generali Horu Kazan, Fenzij Hurumanè, Alebax Diyrthum ed Eliaxum Gangashj si riunirono al centro e iniziarono a discutere.

F:” Ora noi dobbiamo decidere il da farsi.”

A.” Si, dovremo indagare a Nord, ma non credo che si tratti dei Draghi, non ci ha mai avvertito Fjkransò dai draghi, essi non sono una minaccia tale da disturbare lo spirito di Fjkransò.”

F.” Questo è giusto, ma a Nord non ci sono solo i Draghi.”

E:” Bisogna organizzare una spedizione a Nord. Cosa ne pensate?”

H:” Si, ma chi di noi andrà?”

F:” Partirò io, conosco quelle terre meglio di voi, e farò preparare le mie truppe stanotte stessa, se siete d’accordo.”

Gli altri tre Generali annuirono

H:” Va bene Fenzij Hurumanè, ma prendi qualche giorno in più per preparare le truppe. E noi intanto rimarremo qui, scoprendo chi trama tra il nostro popolo, e soprattutto…Cosa trama.”

E: “ E il Garhut? Quando troveremo il nuovo Garhut?”

A: “ Tutti e quattro abbiamo menti per scovarlo, non dobbiamo insistere nella sua ricerca, si farà riconoscere.”

E: “ E’ nostro il compito di scovarlo!”

H:” Calma Eliaxum, in fondo Alebax ha ragione, è meglio difenderci ed avere una città che reclama il suo Garhut, che non averla, e quindi non avere più nessun motivo per cercare il nuovo Garhut. Organizziamoci per proteggere Tebieshj.”

E: “ E va bene, lasciamo il popolo senza Garhut, e vedrete, che esso si rivolterà contro la Guardia del Palazzo.”

A: “ Su Eliaxum, non dire simili baggianate, il popolo ha capito, e se non ancora in pieno, capirà, credi così stolto il nostro popolo, da preferire d'avere un Garhut in una città fantasma, che una città ancora in piedi, temporaneamente senza Garhut? E poi siamo noi Quattro ad avere il comando e la gente lo sa e ci rispetta, o sei tu ad avere paura a dare ordini? Li sai solo eseguire?”

E: “ Attento come parli, qui siamo tra pari, a nessuno dei Quattro è concesso rivolgersi agli altri Generali in questo modo, un Generale dovrebbe portare più rispetto per un suo pari grado. E ora, come ho capito, la seduta è terminata. Salve!”

E mentre Eliaxum Gangashj s’allontanava, gli altri terminavano la discussione

H: “Alebax, il Generale della Porta Meridionale ha le sue ragioni, nonostante i dissidi fra noi, abbiamo un ruolo da onorare.”

A: “ Scusa mio amico, ho sbagliato, ma spesso lo detesto, sembra viscido e ambiguo. Non rimarrei sorpreso se la ‘minaccia interna’ fosse lui.”

F: “ Piano, Alebax! Per le indagini avrete tempo, e se vorrai, indaga pure su noi Generali, non ti biasimerei, ora miei cari m’allontano e vado a trovare i miei Colonnelli ed inizio ad organizzare la spedizione. Ciao.” E mentre s’allontanava Fenzij Hurumanè parlò un’ultima volta: “ Ah! Horu Kazan! Non dimenticare di riposarti. So quanto sia faticoso un viaggio ai piedi del Fjkransò. Ciao a domani!”

Horu sorrise e si salutò con Alebax, e si diresse alla sua dimora più sereno e tranquillo di quanto lo fosse poche ore prime, al suo ritorno nella città dei Tebieshj.

Anche se la minaccia da Nord lo perseguitava nella mente.


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giovedì 28 dicembre 2006

La morte di Jeko Gblish

Jeko e Horu passeggiavano lungo la riva del fiume Galgash.

J: “ Horu Kazan! Dov’è la montagna?”

H:”…ehm…ancora siamo lontani, mio Garhut.”

J: “ Oh su…Horu, smettila a pronunciar titoli e dimmi dove ci troviamo.”

H:” mio Garhut, siamo nell’altopiano del Fjkransò. Vedete? Davanti a noi abbiamo ancora molto cammino, prima di scorgere la cima della montagna”

J: “ Una volta arrivati ai suoi piedi, quando ci vorremo ad arrivare alla sorgente? E basta con le formalità Kazan!”

H:” A questo non so rispondere, mio Gar…ehm Jeko Gblish.”

J: “ Horu Kazan! Cosa vuol dire che non sai rispondere? Sei stato tu ad accompagnare mio padre alla fonte. Sei l’unico in vita a saper come raccogliere la forza, e mi dici che non sai rispondere!?”

H:” Jeko Gblish, c’è una cosa che devi sapere, ogni uomo che arriva ai piedi del Fjkransò, per arrivare su in cima, dov’è la fonte che dona una grande forza, deve fare da solo.”

J: “ Oh su…Horu.Horu! Che diamine stai blaterando, come farò a trovarla se non so dove si trova? Tu indicasti la strada a mio padre.”

H: “O no, Garhut. Questo è falso. Tuo padre mi lasciò ai piedi del monte e proseguì da solo”

J: “ Dopo quanto tempo riscese?”

H: “ Un mese dopo.”

J: “ Un sol mese? Ahahah…le provviste avanzeranno, dalle tue parole prima della partenza, sembrava che stessimo fuori per anni”

H: “ Si, ricordo. Infatti ci si può perdere per l’eternità se si è stolti”

J: “ Horu Kazan! Dove sono i titoli quanto ti rivolgi al tuo Garhut? Credi che sia uno stolto? Sei sempre una Guardia del Palazzo, ma attento alle offese”

H: ”Ma…mio Garhut, non volevo offenderti”

J: “E il voi, Kazan, oltre i titoli”

H: “ Chiedo il vostro perdono Garhut, ma non volevo offendervi, solo mettervi in guardia”

J: “ Si, si, concesso, in guardia da cosa? Cosa ci può essere ad impedirmi di bere l’acqua miracolosa della fonte? Su, Horu Kazan, spiega!”

H: “Voi, Garhut, non dovrete trovare una fonte sulla cima del Fjkransò, dovrete trovarla dentro di voi.”

J: “ Cosa significa?”

H: “ Accrescerete mille volte la vostra saggezza, la vostra forza, la vostra astuzia, ma solo se Fjkransò troverà virtù in voi.”

J: “ Son pieno di virtù io. Sono figlio di Sderam, nipote di Fuko, Gran Garhut dei Tebieshj. Quale virtù non possiedo, io?”

H: “ Garhut, questi son titoli, non virtù.”

J: “ Kazan, i titoli non si possiedono se non si hanno virtù!”

H: “ Come volete, Garhut. Ma devo ricordarvi che non tutti i vostri avi sono tornati dalla ricerca della fonte.”

J: “ E tu pensi che io creda a queste leggende? I miei avi scomparsi nell’impresa furono traditi, vittime di complotti, si, di complotti delle Guardie del Palazzo.”

H: “ Garhut, quello che dite è solo una vostra idea, le Guardie del Palazzo sono state costituite per difendere il Garhut, e solo a lui rispondono; un Garhut senza le sue Guardie è poca cosa.”

J: “Ma se non dovessi tornare, voi prendereste la reggenza.”

H: “ Solo fino alla maggiore età dell’erede.”


Parlando Horu e Jeko arrivarono ai piedi della grande montagna di Fjkransò.

J: “ E Horu, iniziamo a scalarla.”

H: “ No mio Garhut, dovete trovarla da solo.”

J: “ Va bene Kazan, non vuoi accompagnarmi? Prega che scompaia tra le grotte di Fjkransò, altrimenti al mio ritorno, t’ucciderò, per tradimento”

H: “Son tranquillo, perché sono sempre stato fedele alla vostra famiglia, io e vostro padre abbiamo combattuto battaglie insieme, e quando ci lasciò, mi chiese di tener cura di voi, di farvi diventare un Garhut nobile, forte e saggio. Ma, ahimè, ho fallito, spero di riuscirci con vostro figlio.”

J: ” Kazan hai parlato anche troppo, ti lascio qui per far la guardia ai nostri cavalli, ma quando tornerò, perché io tornerò, t’ucciderò. Mai nessuna Guardia del Palazzo si è rivolto in questo modo ad un Garhut.”

H: ” Vero. Ma perché mai nessun Garhut è stato così accecato di distruzione come voi, per di più senza virtù, solo un’ambizione mossa dal potere di distruggere, nulla più. E ora andate, se le cose stanno come dico io, voi non tornerete, se non morto.”

Il Garhut Jeko s’incamminò verso la cima del Fjkransò, in silenzio, senza una parola verso Horu Kazan.

Passarono due anni, e Jeko ancora non si vedeva.

Una mattina i raggi solari svegliarono Horu, che alzatosi, ebbe una strana impressione: la natura intorno era silenziosa, quando ad un tratto piombò ai suoi piedi il corpo del Garhut Jeko Gblish, trafitto dalla sua stessa spada, e subito dopo un’aquila appoggiò una pergamena sul corpo inanimato di Jeko. E sulla pergamena vi era scritto:

“Lo spirito di Fjkransò ha dovuto uccidere il discendente dei Tebieshj, perché non degno del titolo, non per l’ambizione, quella è cosa buona, ma per la stoltezza del Garhut.
Il Garhut non vedeva la forza e la saggezza del suo popolo, ma solo la sua testa adornata, ed io, da millenni protettore dei Tebieshj, non potevo tener in vita un Garhut così stolto.
Guardia del Palazzo, figlio dei Tebieshj, insegna all'erede le arti per diventar Guardia, prenderà un giorno il tuo posto, il tuo tempo è vicino; e convoca i Quattro Generali delle Guardie, e dividete la reggenza. Finchè nascerà un nuovo condottiero tra i Tebieshj da poter occupare il trono di Garhut. A Voi Guardie il compito di trovarlo.
Attenzione alle insidie da Nord, e guardatevi bene anche tra le mura della città.

Nessuno è degno del trono se prima non sconfiggerà il mio spirito.

Fjkransò

sabato 23 dicembre 2006

Volontà di potenza

La definizione attuale di libertà, accettata grosso modo dalla maggioranza, recita che la nostra libertà finisce quando inizia quella altrui.
Ma questo, a mio avviso è errato. Non possiamo descrivere uno stato dell’uomo ridimensionandone il suo valore, la libertà del singolo sta anche nella facoltà di distruggere la libertà altrui, è inumano accettare una definizione così restrittiva per la “libertà”.
Il discorso si basa molto su aspetti teorici, perché non dare limiti ad una libertà significherebbe legalizzare atti riconosciuti come criminosi: omicidio, ladrocinio, stupro e tanti altri atti orribili.
Ma allo stesso tempo ha i suoi risvolti pratici, non permettere che un uomo possa voler ammazzare un suo simile, significa difendere la libertà della vittima, ma anche restringere e, quindi, violare la libertà dell’omicida, il quale si trova in una posizione paradossale, infatti la difesa della libertà dell’ucciso non rispetta la definizione detta sopra in quanto questa difesa limita la libertà altrui, quella dell'assassino.
Fatta eccezione per artisti, pensatori, non tutti gli uomini di scienza ed altri cuori nobili dell’umanità, la storia è piena di grandi personaggi, sia positivi che negativi, i quali per ottenere il titolo di Grandi, hanno scavalcato le libertà altrui.
Tra questi uomini eccezionali ci sono sicuramente personaggi “scomodi” all’umanità, un esempio su tutti Hitler, ma anche personalità che ricevono l’ammirazione dei posteri, vedi Alessandro Magno, da tutti considerato, se non il più grande, fra i più grandi conquistatori, Ernesto Guevara detto “Che”, un icona del sogno rivoluzionario contemporaneo, Napoleone, etichettato come Anticristo dall’allora zar di Russia, ma sempre stato, soprattutto per i francesi, motivo di discussione tra nostalgici e non del grande Imperatore, Pietro il Grande, che risollevò la Russia da un arretramento abissale rispetto gli altri stati europei. Insomma, la lista sarebbe molto lunga e di sicuro nella storia vi è anche un solo personaggio che provoca la vostra ammirazione. Ma credete che questi individui, abbiano rispettato le libertà altrui? No, non l’hanno fatto, hanno dato ascolto alla loro “volontà di potenza”, come la chiamò Nietzsche, hanno abbattuto vincoli etici, morali, giuridici, per sfogare la loro “volontà di potenza”, hanno dato sfogo alla loro libertà. Perché reprimere una grande potenza per rispetto di regole non volute? Ogni uomo dovrebbe tirar fuori la sua dose di potenza, e chi ne avrà di più, andrà più in alto.
La propria potenza, comunque, non consiste solo nell’arte della conquista del potere, questo mi è servito, come argomentazione drastica, per dirvi di ascoltare il Dio che è in voi, e di fare ciò che v’appaga e non limitarvi per leggi precostituite, nessuno vuole istigarvi a manie omicide, anzi, chi scrive è per il completo rispetto degli individui. Credete che Picasso, se avesse seguito strade convenzionali, avrebbe lo stesso compiuto le sue opere? E Michelangelo? Leonardo? Einstein avrebbe rivoluzionato la scienza?
Non lo so, forse si, forse no, comunque mi auguro che qualche riflessione ve l'ho fatta fare.

Dedicato a un amico.

martedì 19 dicembre 2006

Famiglia allo sfascio

La storia che vi sto per descrivere non mi riguarda personalmente, ma ne faccio parte come testimone.
C'era una volta una tipica famiglia italiana, all'apparenza felice, che un giorno entra in un gorgo senza fine. La madre decise di lasciare il marito, all'inizio si pensava, e lei diceva, per incongruenze caratteriali, ma più in là si scoprì che c'era un altro uomo.
Dopo la separazione, lui, ancora innamorato della moglie, tentò tutte le strade per riconquistarla e capire i motivi di quella decisione. Ma non gli fu mai detta la verità, anche a causa della complicità dei figli, i quali, non si capiva il perchè, erano sempre pronti a difendere la madre dando addosso al padre.
L'uomo, vedendo ormai la fine del suo matrimonio, decide finalmente di prendere la sua strada. Il guaio fu che la ex-moglie, che volle la separazione, lo perseguitava, tanto d'arrivare a fare irruzione nella sua abitazione, perchè l'ex-marito frequentava altre donne.
In tutto questo lasso di tempo...i figli? Il più grande frequentava l'accademia militare(attualmente è ufficiale) e non ha mai preso una vera posizione, la seconda
ha sempre dovuto subire i capricci e le isterie della madre, complice di non aver mai agito per il quieto vivere, la terza era solo vittima di questa dramma familiare.
L'uomo, non è uno stinco di santo, anzi è un carattere molto caloroso, che se provocato commette atti poco nobili.
La cosa paradossale di questa tragedia è il numero impressionante di denunce fatte da lei nei confronti dell'ex, il motivo sempre lo stesso: percosse. Certo in questo l'uomo ha le sue colpe, ma vorrei chiedervi: è normale per voi denunciare una persona e due giorni dopo scrivergli un sms come il seguente?
"Mi dispiace per quello che è successo, ma io ti amo ancora e vorrei fare un altro bambino con te"; in più da dire che la "calorosità" dell'uomo è messa a dura prova dalle provocazioni della donna
Questa tiritera denuncia-riavvicinamento è durata tre anni.
Nel frattempo la seconda figlia se n'è andata da casa, finalmente una reazione, per l'ennesime percosse subite dalle madre, non per motivi educativi, ma per sfogare i propri insuccessi con l'uomo di turno; e ricevendo dal fratello maggiore:"Tu mi fai schifo!"
Stanotte la figlia deve correre di nuovo in caserma, c'è stata una nuova collutazione, in seguito anche a parole, dette nei giorni precedenti, come queste:"Non preoccuparti F. lo ha un nuovo papà!" riferito alla conoscenza estiva della donna.
Lei fa una querela di un'ora e mezza, come sempre recitando la parte della vittima, che fa andare in galera lui. La figlia che era in caserma, non ha saputo dell'esito della serata dalla madre, ma quest'ultima ha fatto si che fosse il carabiniere, "con molto tatto", a dirlo alla ragazza.
La ragazza subito chiama il suo fratello soldato e gli riferisce che fine ha fatto il padre, il soldato risponde:"Adesso non mi va di parlare di queste cose. Sono a una festa!"
In più da dire che oggi la figlia è andata a portare gli indumenti al padre, dopo che la madre querelante le ha con fermezza detto:"Tu non ci vai da tuo padre! I vestiti glieli porto io!"...denuncia e dopo si preoccupa di portare gli indumenti...
In questo momento la famiglia è spaccata: padre e figlia da una parte, madre e figlio dall'altra, con la più piccola ad essere la vittima più colpita

Il finale non c'è ancora, ma avevo voglia di sfogare la mia rabbia verso una donna che non ha saputo fare la moglie, la mamma e...neanche la donna.

Se avete consigli per le due figlie, lasciate un commento.

domenica 17 dicembre 2006

Can you see the ghost? I can't

Gli studiosi che l'hanno esaminato non hanno trovato nessuna manomissione del video e nessuna spiegazione razionale a ciò che avviene nel filmato.
Come vedrete le immagini e l'audio sono di qualità molto bassa , quindi alzate il volume e avvicinatevi al monitor. Dura poco ma sono immagini sconvolgenti.

sabato 16 dicembre 2006

Lo spirito del leone

E il leone si trova davanti un drago dorato, chiamato "Tu devi", fatto di scaglie dorate e su ciascuna vi è scritto un valore antico. Il drago impedisce il cammino al leone dicendogli:"Tu Devi!"
Ma lo spirito del leone:"Io Voglio!"

venerdì 15 dicembre 2006

Come viene gestito il Grande blog?

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giovedì 14 dicembre 2006

Wii love Wii!!!

Il post di oggi non è di alti contenuti, ma una semplice propaganda per la mitica Nintendo.




PS3 vs Wii

lunedì 11 dicembre 2006

La Canapa

La Canapa è una pianta bandita. Viene bandita perchè da essa possiamo ricavare droghe come marijuana e hashish. La cosa paradossale è che non possiamo coltivarci la nostra piantina. No! Non si può! Perchè impedire ciò al consumatore ed evitare che questo dia soldi alla malavita organizzata e organizzazioni terroristiche? Non c'è bisogno di una risposta, datela voi.
Il problema della canapa, comunque, è ben più complesso di uno stupido dibattito sulle droghe leggere. Infatti, questa pianta ha mille risorse, se n'era accorto anche l'imprenditore Ford, il quale progettò e realizzò un'auto interamente usando come materia prima questa pianta "maledetta".
Ma è bandita, e le stesse cose che potremmo fare con essa, inclusa la combustione, in maniera autonoma, vengono fatte usando l'oro nero.
Non è che esista una congiuntura internazionele, che, basandosi sulla "lotta alla droga", vuole che il popolo ignori le miriadi d'usi di questa pianta?

Un contributo del sig. Beppe Grillo alla materia


Per una visione "altenativa" delle droghe, vorrei consigliare un libro:
"Paradisi Artificiali" di Charles Baudelaire, che potete trovare qui.

Per risparmiare sui propri acquisti e informarsi come guadagnare con il Web v'invito a leggere
Risparmio On-Line.

domenica 10 dicembre 2006

GET SOME BITCHES

Su gentile concessione di youtube
Che ricorda di premere play solo se maggiorenni