domenica 7 gennaio 2007

NonSoloMarx

Karl Heinrich Marx nato in Germania nel 1818, è stato il teorizzatore del comunismo.
La filosofia marxista è allo stesso tempo facile e difficile da comprendere, dipende da quale punto di vista la si vuole analizzare, da un punto di vista politico? No, non voglio! Economico? Neanche. Sociale? Neppure questo. Voglio discutere, e se mi si permette, criticare, un principio cardine, forse due, della dottrina marxista.
Karl Marx affermò che il “male” sulla faccia della terra si potrebbe eliminare, cioè per Marx sarebbe stato possibile estirpare le radici del male da un individuo, o, come disse esplicitamente lui, dalla società. In pratica, alla base del comunismo ci dev’essere un’eliminazione totale della malvagità nella società, perchè esso abbia seguito.
Ma come sappiamo il comunismo è stato, e forse(spero) lo è ancora, sinonimo della lotta di classe, e questa ha bisogno di rovesciamenti sociali che si ottengono con la RIVOLUZIONE.
Eliminazione del male e rivoluzione, tutto bello e romantico, ma perché allora dove si è provato ad applicarlo ne è uscito fuori un regime oppressivo e sanguinario? Perché le due cose, eliminazione del male e rivoluzione, sono inconciliabili fra loro e in più la prima non è fattibile, salvo interventi divini(per chi crede).
A peggiorare le cose è lo sfrenato entusiasmo per l’uguaglianza sociale che non ha mai dato spazio a profonde riflessioni nelle menti dei comunisti. Insomma il comunista DOC compie l’errore di fossilizzarsi su alcune idee magnifiche senza però porre una giusta discussione su TUTTA la teoria marxista, tralasciando quindi le contraddizioni in essa.

Uno scrittore socialista, Fëdor Michajlovič Dostoevskij, spiegò più che brillantemente come l’eliminazione del male non fosse possibile, ancor più con la rivoluzione, nel suo capolavoro “Delitto e Castigo”, nel quale Raskòlnikov, studente universitario, decide d’uccidere una vecchia usuraia, perché ritenuta dannosa per la società, e quindi se ne potrebbe fare a meno. L’usuraia rappresenta il male da eliminare e l’omicidio della vecchia l’atto rivoluzionario. Purtroppo accade che durante l’omicidio, il protagonista è obbligato ad ammazzare una testimone; dopo il fatto Raskòlnikov sarà tormentato dai dubbi e dai rimorsi, causa soprattutto l’omicidio della ragazza testimone che non rientrava nei suoi piani, in più dovrà sopportare la compassione e il dolore della sua innamorata. In quest’opera Dostoevskij volle spiegare che la rivoluzione avrebbe lasciato le sue conseguenze sulle vittime e loro familiari.
In un altro romanzo Dostoevskij analizzò il bene comune, o meglio l’altruismo, creando uno tra i personaggi più surreali della letteratura, che compie ogni azione solo ed esclusivamente per il bene altrui, sacrificando la propria persona, così facendo però si ritroverà a stare non con la donna amata, amore pur ricambiato, ma con un’altra donna, consapevole che con lui potrà dare sfogo ad ogni suo capriccio. L’opera in questione è “L’idiota”.

Essere di sinistra o meglio essere estremisti di sinistra non significa per forza di cose rispecchiarsi nella dottrina marxista, anzi, per fortuna la storia ci ha consegnato fior e fior di teorie di sinistra, ma purtroppo sembra che in politica oltre la socialdemocrazia vi sia solo il comunismo di Marx, dimenticando tanti altri socialisti e anarchici, molto più coerenti del tanto amato Karl Heinrich Marx.

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