lunedì 15 gennaio 2007

Petizioni

Le cose vanno come vanno, chi sta male e chi sta bene, chi vuole cambiare qualcosa e chi si trova bene così, chi è per la violenza e chi no.
Se c'è qualcosa che possiamo fare tutti "democraticamente", è quello di firmare un paio, o anche tre, petizioni.

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To: Governo Italiano - Italian Gov - Parlamento Italiano

I sottoscritti cittadini italiani,
iscritti regolarmente nelle liste elettorali del proprio Comune di riferimento, chiedono all'attuale Governo di

Rimuovere tutti gli Omissis e Segreti di Stato Esistenti fino alla conclusione della passata Legislatura connessi al reato di Strage, Criminalità Economica e Finanziaria, Terrorismo e Mafia, "Sicurezza Nazionale" ed in relazione ai rapporti con NATO e Qualunque Stato Estero.

In Particolare i sottoscritti cittadini Preannunciano la propria astensione (a mezzo scheda nulla o week-end di vacanza) alle prossime consultazioni elettorali di rilevanza nazionale, se ANCHE Questo Governo e questo Parlamento dovessero manifestare la tradizionale insensibilità nei confronti dei contenuti di questa petizione.

Sincerely,

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2)********************************

SPETT. GUARDIA DI FINANZA,
come cittadini dello Stato italiano, conoscendo il decreto legislativo n. 68 del 19/3/01 che prevede, in attuazione dei principi direttivi della legge n. 78/2000, la Vs. missione come Forza di polizia a competenza generale su tutta la materia economica e finanziaria,

SENTIAMO IL DOVERE DI RIFERIRE QUANTO SEGUE:

1. Nel bilancio della banca d’Italia si legge in passivo il valore nominale delle banconote emesse (vedi l’allegato n. 1 dell’interrogazione n. 4-02461 del 20/05/1995, Roma, in cui l’ufficio legislativo del ministero del tesoro, in merito alla causa Auriti n. 51521/94 del 24/06/94, tribunale di Roma, 1ª sezione civile del ruolo generale affari civili, specifica: "Per tutta la durata della circolazione, la moneta rappresenta un debito, una passività dell'Istituto di emissione e come tale è iscritta nel suo bilancio, fra le poste passive").

2. La lettura di bilancio della banca d'Italia spa è percepibile come un trucco nella misura in cui la posta in passivo di tale valore delle banconote, emesse in cambio di titoli di Stato, nasconde reddito percepito in nero e iniquamente: appropriandosi di un reddito che ammonta alla differenza fra valore nominale della cartamoneta e costo di produzione meccanografica della stessa (detto, appunto, reddito da signoraggio in quanto antico esercizio del potere del Signore di appropriarsi di risorse, attraverso emissione di moneta non convertibile, a corso legale, e sotto forma di debito) e non pagando su di esso (perché lo segna come passivo nel suo bilancio, cioè non come reddito percepito ma come debito da percepire) tassa alcuna (anche nel bilancio storico, cioè nel conto dei profitti e delle perdite della situazione patrimoniale del passato, non esistono voci del tipo “Proventi da cessione di banconote” relative al signoraggio esercitato, né alcun’altra voce attiva del signoraggio accumulato negli anni precedenti e non devoluto allo Stato. Figura invece una voce attiva "proventi da allocazione di banconote" ma di importo di gran lunga inferiore ai profitti da signoraggio accumulati e non devoluti, accompagnata da una voce passiva di pari importo per le "banconote in circolazione", significante banconote esistenti non depositate in banche o istituzioni simili, corrispondenti ad una frazione di M0 o massa monetaria di tipo zero).

3. Tale trucco si palesa necessariamente come truffa ai danni dello Stato italiano, innanzitutto perché l’Italia dovrebbe essere una repubblica, cioè una res pubblica, cosa pubblica, e non incorporare in sé società per azioni private con scopo di lucro come attualmente è l’istituzione denominata banca d'Italia, ed oltretutto perché questa istituzione, che si fregia del nome nazionale pur non essendo della nazione ma di privati, evade il fisco attraverso l’escamotage di appostare il reddito al passivo, cioè nascondendo il reddito percepito in nero.

IN BASE A QUANTO SOPRA, CHIEDIAMO

a) se l’estensione delle facoltà e dei poteri della Guardia di Finanza, riconosciuti per legge in campo tributario a tutti i settori in cui si esplicano le proiezioni operative della polizia economica e finanziaria;

b) e se la legittimazione della Guardia di Finanza a promuovere e sviluppare, come autorità competente nazionale, iniziative di cooperazione internazionale con gli organi collaterali esteri ai fini del contrasto degli illeciti economici e finanziari, avvalendoVi anche di dodici ufficiali da distaccare, in qualità di esperti, presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari,

* consentano alla Guardia di Finanza di pervenire all’ispezione della banca d’Italia e di tutte le banche emittenti degli Stati facenti parte dell'UE, risultanti viziate dal medesimo problema di evasione fiscale, non solo a danno dei singoli Paesi, ma della comunità europea stessa;

** oppure se, in caso contrario, le banche emittenti godano di immunità rispetto a Vs. eventuali indagini.

In fede
I cittadini sovrani
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PROPOSTA PER IL NUOVO CONTRATTO DI SERVIZIO RAI

"LIBERARE GLI ARCHIVI DEL SERVIZIO RADIOTELEVISIVO PUBBLICO"

"Vorremmo che tutto l'archivio RAI fosse sempre accessibile via Internet gratuitamente a scopo non commerciale per tutti gli individui."

Premessa

  • Le reti digitali pongono una nuova sfida al servizio pubblico radiotelevisivo: permettono a chiunque di avere accesso, nel momento e dal luogo da lui scelto, alle informazioni ed alle opere creative che desidera tra quelle disponibili attraverso le reti digitali. Questa possibilità offerta dalla tecnologia è un'occasione di crescita creativa e culturale per l'Italia, per gli Italiani e per tutti gli individui. E' quindi un obiettivo culturale e sociale fondamentale quello di mettere a disposizione di tutti gli individui contenuti liberamente utilizzabili per fini non commerciali.
  • La RAI deve raccogliere questa sfida assolvendo in modo pieno alla propria funzione di servizio pubblico e aggiornando la propria offerta di servizi alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia. La RAI infatti dispone di uno straordinario patrimonio di contenuti. Dal 1954, oltre 50 anni di storia d'Italia, di programmi, notizie, documentari, personaggi e opere d'autore che hanno formato e informato generazioni di italiani attraverso la televisione di Stato (quando monopolista) e il servizio pubblico sono tuttora in buona parte "chiuse" nelle Teche Rai.

Servizio pubblico, contenuti pubblici

  • Una parte importante di questi contenuti può già essere messa a disposizione degli individui perché la RAI detiene pieni diritti di diffusione attraverso le reti digitali di questi contenuti (o perché sono ormai nel pubblico dominio, o perché ha precedentemente acquisito dagli aventi diritto la facoltà di diffonderli e/o consentirne la modifica). L'OCSE ha recentemente riconosciuto l'importanza di mettere a disposizione di tutti gli individui contenuti pubblici. In Gran Bretagna, la BBC ha già percorso con successo la strada di mettere a disposizione dei cittadini britannici gratuitamente una parte dei propri archivi (attraverso licenze Creative Archives).
  • Il denaro pubblico speso negli anni per realizzare la preziosa collezione di contenuti della RAI, patrimonio culturale e memoria collettiva di tutti gli Italiani, trova la sua più nobile capitalizzazione nel mettere a disposizione di tutti gli individui quei contenuti.
    Al tempo stesso, il servizio pubblico potrebbe avere un ritorno sfruttando commercialmente i siti internet delle teche (Rewind, Raiclick, Techerai) e offrire servizi per esigenze specifiche.
  • Chiediamo pertanto che, attraverso il nuovo Contratto di Servizio, la RAI adotti le misure più adatte per raggiungere lo scopo di mettere a disposizione di tutti gli individui, gratuitamente, il proprio archivio col fine di consentire, a qualunque individuo di accedere a, copiare, elaborare senza scopo commerciale, nella massima misura possibile (tenendo conto dei legittimi diritti dei terzi) i contenuti dell'archivio RAI.
  • E in particolare:
    • assumere questo scopo tra le proprie funzioni ed obiettivi istituzionali,
    • adottare per il futuro le politiche di procurement dei diritti più utili per massimizzare il raggiungimento dello stesso scopo.


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